Il nostro archivio – Introduzione

La documentazione che compone  l’archivio Lomax & Carpitella ha iniziato a vedere la luce nel 2011, quando gli interessi comuni di alcuni amici si sono soffermati sulla necessità di indagare il passato della nostra comunità, con particolare attenzione ai suoni e ai canti della tradizione.
Con il presente archivio ci si è proposti  l’intento di offrire uno spaccato di un periodo temporale trascorso, troppo spesso, sottotraccia, alternativo alla già ricca documentazione ufficiale delle nostre piccole realtà territoriali. La Storia che cerchiamo di raccontare è rigorosamente frutto di indagine sul campo e ci piace definirla come la Storia della gente che non fa storia, quella del substrato sociale più umile, del contado rurale, della periferia, di tutte quelle fasce sociali vittime, nel tempo, di un esasperato ed ipocrita perbenismo e di una morale borghese inaccettabile.
Tra le varie motivazioni che ci hanno spinto in questo lavoro di ricerca, vi è senza dubbio, anche il desiderio di fornire strumenti utili alle nuove generazioni affinché fossero spinte a proiettarsi, per quanto possibile, nella dimensione quotidiana del vissuto dei nostri antenati, prima che l’avvento massiccio dei mezzi di comunicazione ne cambiasse radicalmente le abitudini.
Le registrazioni che compongono l’archivio sono una selezione di oltre duecento ore di riprese video e rilevazioni audio, generalmente corredate da un apparato fotografico. L’area indagata è, in larga parte, la Valle del Miscano, con particolare riferimento al paese di  Montecalvo Irpino, ove ha avuto origine il progetto. Tuttavia, l’intento è anche quello di estendere la ricerca ai paesi limitrofi o a ad altre località che hanno correlazioni con la cultura della nostra area.
L’archivio è composto prevalentemente da canti popolari (di lavoro, d’amore,  a dispetto, religiosi, militari, ninne nanne, lamentazioni funebri, stornelli). Vi si trovano anche diverse esecuzioni strumentali di Tarantelle, Valzer, Polke e Quadriglie, eseguite con alcuni strumenti della nostra tradizione (Organetto, Fisarmonica, Armonica a bocca, Flauto di canna).
Pur avendo effettuato in prevalenza opera di ricerca sul campo,  per meglio comprendere il contesto etnomusicologico locale, abbiamo prestato attenzione anche a chi, oggi, si occupa di portare la musica popolare nelle piazze, i cosiddetti gruppi di riproposta, da quelli ortodossi (convinti che la musica popolare non possa e non debba subire modifiche di alcuna sorta), fino a quelli più audaci (che sperimentano arrangiamenti e riadattamenti testuali a volte anche imponenti col rischio di stravolgere pesantemente l’originalità e l’arcaicità del canto).
Durante le nostre campagne di rilevamenti, ci siamo imbattuti anche in altre forme di cultura popolare (detti, modi di dire, aneddoti, esorcismi, preghiere, movenze coreutiche), che abbiamo registrato e filmato e che fanno parte integrante del nostro archivio.
Ultimamente abbiamo promosso e realizzato un progetto scolastico per approfondire il dialetto montecalvese coinvolgendo diverse classi di una scuola locale.
Abbiamo aderito a progetti cinematografici il cui fine era la valorizzazione della tradizione.
Siamo stati impegnati a lungo in uno studio sulle case del rione Trappeto (il vecchio centro storico) di Montecalvo Irpino.
Ci siamo interessati delle minoranze linguistiche di Greci  (Arbëreshë) e Faeto (Franco-Provenzale), sviluppandone la ricaduta sulle comunità confinanti.
Abbiamo anche seguito e registrato convegni e conferenze che si occupavano di analizzare tematiche connesse allo studio del territorio.
Ritornando ai canti popolari, precisiamo che l’archivio è catalogato sotto forma di raccolte, laddove il termine non va inteso nel senso tipicamente etnomusicologico. Nel nostro caso, infatti, definiamo raccolta ogni singola seduta di registrazione, ragione per la quale in alcuni casi avremo raccolte scarne e altre più corpose.
Una parte importante dell’archivio è rappresentato da raccolte messe a disposizione da privati (la famiglia Narra) o studiosi locali (prof. Siciliano e prof. Cavalletti), con i quali abbiamo proficui rapporti di collaborazione.
Ogni raccolta comprende una scheda ove è riportato il documento repertato, una breve descrizione del contenuto, la data, il luogo, l’autore e l’informatore. I contenuti  sono composti, per lo più, da  sonoro, video, fotografia e testi correlati al documento repertato. Il formato dei file rientra negli standard abituali, ovvero mp3 per i file audio, mpeg4 per i file video, jpg per le foto e docx o pdf per i testi.

Antonio Cardillo – Francesco Cardinale

Le sorelle Fedela, Antonietta e Felicetta Stiscia, durante una seduta di registrazione.

 

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